sabato 26 febbraio 2011

Nel ghiaccio

Ambiente familiare...

...entri, e fa subito più caldo perchè è inverno!! L'obiettivo della macchina fotografica ti si appanna in una frazione di secondo... prima di stabilizzarsi ci vorrà un po'. Pozzi, meandri, stalattiti, stalagmiti, cristalli che brillano sulle pareti, "tendine" da tutte le parti, eccentriche,  spaccature sulla volta che si perdono nel buio facendoti immaginare passaggi nascosti che nessuno vedrà mai...
cammini abbassando la testa, strisci sul pavimento, sbatti goffamente il caschetto ogni volta che distrattamente sbagli le proporzioni...


  ...tutt'attorno il rumore costante e silenzioso dello stillicidio non c'è; il disturbo dei nostri corpi in movimento, invece di risuonare nel consueto sordo rimbombo così familiare, si diffonde stridente rimbalzando tra pareti e canali sotterranei dandoti la percezione che tutto quello che ti sta attorno sia la cristallizzazione di un momento ben preciso che segna la ciclica fine di una stagione... una sorta di Weltanschauung di questo mondo sotterraneo


...Siamo dentro ad un ghiacciaio... decine, centinaia di metri all'interno di acqua cristallizzata a qualche grado sotto lo zero, per riscoprire ancora una volta come la natura sia in grado di riproporre forme e disegni già tracciati altrove.



Abbiamo percorso un water melting channel entrando dalla superficie dello Scott Turnerbree, ghiacciaio a circa 1 ora di motoslitta da Longyearbyen. Su per l'Adventalen, fino alla miniera di carbone che fornisce la centrale di approvvigionamento energetico della capitale delle Svalbard, per infilarci nella Borteldalen, vallata laterale disposta più o meno longitudinalmente in direzione NW-SE.
Risalita la morena frontale del ghiacciaio ad una quota di circa 100 m slm, e quindi risalito lo stesso per un tratto pari a  circa 1/3 della sua lunghezza, ci siamo poi infilati nelle sue viscere percorrendo i cunicoli prodotti dalla fusione primaverile responsabile di creare ed alimentare una rete di condotte sotterranee in continua evoluzione.
Per chi volesse approfondire l'argomento segnalo un interessante link sul carsismo-glaciale di Giovanni Badino  che consiglio di visionare nella modalità full screen


A farci da guide d'eccezione gli scozzesi Lindsey Nicholson, glaciologa presso l'Università di Innsbruch, e Doug Benn, professore di glaciologia presso la UNIS di Longyearbyen.

Di seguito il video completo della ice caves dello Scott Turnerbreen




 Da sinistra a destra Lindsey Nicholson, Doug Benn e me









6 commenti:

  1. fantasticoooooooo !!!!!!!! bellissimo.
    bravo anche per il montaggio.
    ambiente incredibile .
    bravo
    ciao

    Paolo

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  2. Invidia!!!!
    Bellissima esperienza.....mi piacerebbe molto far un giretto in una grottina come questa e uscire lindo e pulito e non e sporco di fango come quà da noi ...in Carso!!

    Salutoni dai 4 di Contovello!!!!

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  3. Grazie per la condivisione. Eccezionale l'esperienza.
    Complimenti.
    Anna Baldo

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  4. Bellissimo, l'immagine che mi e' venuta in mente e' quella nelle illustrazioni di Collodi nel ventre della balena..

    aspettiamo altre immagini ugualmente fantastiche

    -FuS

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  5. Davvero bello, Renato! Avevo avuto un'esperienza del genere lì a Spitsbergen(anche se un po' più comoda...) in una grotta nel ghiaccio che Stefano Poli usava come rifugio.

    Intanto, guarda cosa ti perdi qui a Trieste:
    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2011/03/02/news/bora-fino-a-170-all-ora-ferite-90-persone-e-ursus-alla-deriva-1.22577

    Fabio

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  6. eh lo so lo so Fabio, sto seguendo da quassù l'eVENTO ;-)

    Eh sì, un po' di rammarico per essermi perso una tempesta di Bora di tali caratteristiche, ma quanti danni però !!!

    Ti dirò però che sono l'ultimo che puoì permettersi di lamentarsi direi...

    Un abbraccio ed a presto, ciao

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