lunedì 28 febbraio 2011

si pensa meglio

Ho un bellissimo ricordo del mio maestro delle elementari, che purtroppo non c'è più da tanto tempo ormai...quando ci prendeva in castagna perchè non avevamo studiato abbastanza, ma soprattutto quando ci spronava a ragionare in classe e noi restavamo tutti in silenzio cercando di trovare LA risposta, se ne usciva con una delle sue massime preferite: "Slacciatevi le scarpe, così il cervello funziona meglio"

Ovviamente era uno scherzo, e noi tutti ci mettevamo a ridere con lui perchè conoscevamo il vero significato di quelle parole, voleva dirci che invece di pensare con la testa stavamo pensando con i piedi...

Stando qui ho pensato molte volte al maestro Paolo Paoli, a quanto sia stato importante all'inizio del mio cammino scolastico e di vita, per avermi donato questa gioiosa ed irrefrenabile attrazione nei confronti dell'ambiente naturale, della montagna e dei fenomeni atmosferici.... ma soprattutto mi è tornato in mente il primo giorno arrivato qui all'UNIS, quando ho sperimentato cosa significhi camminare all'interno di una struttura universitaria di questo calibro con le sole calze ai piedi; studenti, professori, ricercatori, segretarie, amministrative, tecnici e addetti alla logistica... tutti, nessuno escluso. Al massimo sono ammesse un paio di pantofole, ma sono in pochi a portarle, i più optano per girare solo con le calze ai piedi


Qualcuno inorridirà perchè abituato agli standard di casa ma credetemi, qui si fa così, ed è una delle cose più belle di questa comunità...mette tutti sullo stesso piano!!
Entri, ti liberi di uno o due strati di vestiti, visto che aperta la porta normalmente all'interno trovi 35-40°C in più di quanti ce n'erano fuori, e sistemi il tutto all'ingresso negli appositi spazi dedicati, scarpe comprese.....scarpe che nella migliore delle ipotesi sono uno scarpone da alta montagna!!

...comunque, avevi ragione tu maestro, senza scarpe si pensa molto meglio

sabato 26 febbraio 2011

Nel ghiaccio

Ambiente familiare...

...entri, e fa subito più caldo perchè è inverno!! L'obiettivo della macchina fotografica ti si appanna in una frazione di secondo... prima di stabilizzarsi ci vorrà un po'. Pozzi, meandri, stalattiti, stalagmiti, cristalli che brillano sulle pareti, "tendine" da tutte le parti, eccentriche,  spaccature sulla volta che si perdono nel buio facendoti immaginare passaggi nascosti che nessuno vedrà mai...
cammini abbassando la testa, strisci sul pavimento, sbatti goffamente il caschetto ogni volta che distrattamente sbagli le proporzioni...


  ...tutt'attorno il rumore costante e silenzioso dello stillicidio non c'è; il disturbo dei nostri corpi in movimento, invece di risuonare nel consueto sordo rimbombo così familiare, si diffonde stridente rimbalzando tra pareti e canali sotterranei dandoti la percezione che tutto quello che ti sta attorno sia la cristallizzazione di un momento ben preciso che segna la ciclica fine di una stagione... una sorta di Weltanschauung di questo mondo sotterraneo


...Siamo dentro ad un ghiacciaio... decine, centinaia di metri all'interno di acqua cristallizzata a qualche grado sotto lo zero, per riscoprire ancora una volta come la natura sia in grado di riproporre forme e disegni già tracciati altrove.



Abbiamo percorso un water melting channel entrando dalla superficie dello Scott Turnerbree, ghiacciaio a circa 1 ora di motoslitta da Longyearbyen. Su per l'Adventalen, fino alla miniera di carbone che fornisce la centrale di approvvigionamento energetico della capitale delle Svalbard, per infilarci nella Borteldalen, vallata laterale disposta più o meno longitudinalmente in direzione NW-SE.
Risalita la morena frontale del ghiacciaio ad una quota di circa 100 m slm, e quindi risalito lo stesso per un tratto pari a  circa 1/3 della sua lunghezza, ci siamo poi infilati nelle sue viscere percorrendo i cunicoli prodotti dalla fusione primaverile responsabile di creare ed alimentare una rete di condotte sotterranee in continua evoluzione.
Per chi volesse approfondire l'argomento segnalo un interessante link sul carsismo-glaciale di Giovanni Badino  che consiglio di visionare nella modalità full screen


A farci da guide d'eccezione gli scozzesi Lindsey Nicholson, glaciologa presso l'Università di Innsbruch, e Doug Benn, professore di glaciologia presso la UNIS di Longyearbyen.

Di seguito il video completo della ice caves dello Scott Turnerbreen




 Da sinistra a destra Lindsey Nicholson, Doug Benn e me









domenica 20 febbraio 2011

Heavy snow this night

Eh sì...ecco finalmente una tempesta di neve coi fiocchi (in tutti i sensi)

Non ti sei ancora abituato a riconoscere il colore del cielo che ti sta sopra, che è già cambiato tutto...

Worst weather in the very last days...vento che sale e ti taglia il viso come fosse una lama rovente, nonostante il termometro prenda qualche grado. Ma noi siamo qui, e questo vento dobbiamo prendercelo tutto....siamo venuti qui apposta, altrimenti saremmo rimasti a casa a leggere quello che succede dai libri !!!


16 febbraio 201, ore 12...il primo raggio di Sole colpisce la cima del Naesfjellet (dovrebbe essere questo il nome) e sancisce la fine della lunga notte polare
 

Ieri il Larsbreen ed oggi il Longyearbreen hanno sentito prima le noste pelli e poi i nostri sci sulle loro schiene innevate; due ghiacciai alle spalle di Longyearbyen che ci hanno accolto a braccia aperte, facendoci sperimentare cosa significa stare da queste parti.

-17°C, almeno questo segnava il bel termometro vintage ciondolante dallo zaino di Riccardo, vento stimato 40 km/h, forse qualcosa in più, per un complessivo windchill attorno ai -30.
Gruppo eterogeneo il nostro...chi della montagna, vivendo nelle Alpi, ne ha fatta una ragione di vita ed un modo di essere; chi non c'è quasi mai stato... e si vedeva; chi poi non ci è mai stato ma non smetterà mai più di esserci...e si vedeva anche questo.
Lo leggi negli occhi, lo vedi nei movimenti che, seppur impacciati all'inizio, ti mostrano come quel corpo stia respirando ogni atomo di gelido ossigeno che gli arriva addosso a 50 all'ora e si domanda...ma perchè non l'ho fatto prima....voglio imparare, devo imparare, spiegatemi come si fa perchè non posso più farne a meno....e tu li aiuti !!!




Addestramento portato a termine con successo qui...ormai si gira con fucile da caccia grossa in spalla, almeno uno per gruppo (sarebbe meglio due) possibilmente accompagnato da pistola lancia granate e di segnalazione...con il re dell'artico non si scherza, sei a casa sua ed ha lui la precedenza. Tu sei un ospite, gradito se stai alle regole di qui, altrimenti no !!!
Regole scritte in ogni sasso, in ogni cumulo ventato di neve, in ogni istinto primordiale che ti torna fuori quando cammini in una gola e pensi come non hai mai pensato prima, standotene a casa o facendo una passeggiata per i boschi del carso....dietro a quella collinetta chi c'è ?! E' sicuro passare di là ?!
E ti ritrovi a guardarti attorno, lontano...come hai visto fare da bambino agli indiani nei film western...e lo fai d'istinto, perchè così dev'essere !!

I giapponesi lo chiamano Zanshin, termine con il quale si indica un momento di concentrazione e di attenzione particolare durante il quale il soggetto tiene sotto controllo con lo sguardo l'avversario e si tiene a dovuta distanza da esso...ma qui il tuo "avversario", ad armi "pari", sai già che ha vinto...

...insomma, la vita, qui, ha un sapore decisamente diverso !!!


Le orme di un orso nell'Adventdalen (Foto courtesy Riccardo Scotti)

martedì 15 febbraio 2011

Non è la terra

...è decisamente questa la sensazione che si prova arrivando qui, quella di essere sbarcati su un altro pianeta.

Il Sole non c'è...al suo posto una Luna sempre alta nel cielo; la mattina alle 9, la sera alle 22 o a mezzogiorno...basta alzar la testa, dare uno sguardo e la trovi. E tutto questo si compie in una cornice cromatica dai toni super delicati...azzurro, bianco, rosa...anche un po' di tenue arancione oggi alle 12 sulla cima di un monte che non mi è ancora familiare, almeno nel nome, ma che mi pare di aver salito già mille volte nel corso della vita....


Dejavouz...questa la prima emozione guardando l'immancabile cartello con su le distanze dal resto del mondo, all'uscita dall'aeroporto...Roma 4052 km, New York 5581, Parigi 3326, Murmansk 1185. La macchina fotografia era nello zaino, ed i rimamenti 59.1 kg di roba che stavo caricando sul pulmino della UNIS Svalbard son stati una montagna troppo alta da scalare per trovar la forza di fare quello scatto...ma tornerò per conquistarlo, sfidando gli orsi.

A proposito...tutti a mettermi in guardia più volte oggi: Il simpatico signore che mi ha dato un passaggio in automobile per Longyearbyen questa mattina, togliendomi per il breve tragitto dai -24°C e raccontandomi di vivere qui dal 1970, così come anche alla UNIS...lo hai visto ?! lo hai visto?! Si è alzato l'elicottero per mandarlo via...pare sia salito dal fiordo che quest'anno è completamente trasformato in pack...è da lì che arrivano, quando il mare ghiaccia tutto e puoi andarci anche in motoslitta.
L'anno scorso invece il pack non c'è mai stato, quest'anno fa ed ha fatto più freddo...meglio così!

...ma l'orso però non l'ho visto, peccato !

lunedì 14 febbraio 2011

a metà strada

Partiti...con una quantità di bagagli disumana, 60 kg di valigie...roba da sfondare la bilancia del check in !! E per fortuna che la "tipa tedesca di Air Berlin", citando più o meno testualmente quello che ha detto la "simpatica" hostess al banco, "non capisce una mazza"... e quindi se lei ha detto che è tutto regolare non c'è da pagar nessun sovrapprezzo... meglio così !!

Arrivati ad Oslo in perfetto orario (d'altronde sono tedeschi) subito un assaggio delle condizioni meteo GIUSTE !! -16°C e debole nevicatina da strati bassi (saranno stati a 600-800 m di quota!) Si sente subito...esci, respiri, e ti sembra quasi ti si attacchino le pareti interne del naso...per contro gli interni sono bollenti, da stare in maniche corte !!

un saluto da quassù quindi, il prossimo sarà dal 78° parallelo N

ciao, r.

sabato 5 febbraio 2011

Ci si prepara alla partenza

In effetti suona un po' strano a dirlo, ed ancor di più e dirmelo: sono in partenza per le Isole Svalbard, circolo polare artico. Meta precisa la cittadina di Longyearbyen, località che conta poco più di 2000 abitanti ed è Sede Amministrativa del Governo delle Svalbard. Rimarrò lassù, a circa 78° di latitudine nord, teoricamente per 84 giorni, che detti in altro modo equivalgono a due mesi e tre quarti...giorni di arrivo e partenza compresi ovviamente.
Qui ha sede anche la facoltà di Geologia Artica della struttura universitaria più a nord del mondo, che mi ospiterà per tutta la mia permanenza.
Ovviamente non ho ancora foto mie delle Svalbard, e così ho "rubato" uno scatto dai tanti disponibili in rete... conto altrettanto ovviamente di abbandonare questa facile pratica del "copia-incolla" inserendo scatti che provengano esclusivamente dalla mia fuji S100FS, da qui in poi. Trovate in ogni caso a questo link una bella selezione di immagini scattate "in zona", alla quale appartiene anche la foto qui sotto.



E così, per entrare un po' in tema e per riempirmi gli occhi delle atmosfere, per certi versi uniche, delle "nostre" montagne, che non vedrò per un po', mi sono fatto una capatina ai 1796 m dello Sneznik (Slovenia) con condizioni meteo splendide, ma comunque sempre impegnative; -7°C in cima ma con una bella "Boretta" che io e Stefano abbiamo stimato in 80 km/h (stima d'autore ovviamente, stiamo parlando di Stefano Micheletti e del sottoscritto...eh eh). Risultato; wind chill attorno ai -30°C....e adesso vediamo quanto sanno far di meglio le Svalbard