domenica 27 marzo 2011

alle volte basta solo una notte...

 
...ti svegli la mattina, e qui tutto è cambiato...un'altra volta.

L'ultima tempesta aveva portato fiumi di acqua dalle montagne vicine, prima che il gelo potesse nuovamente ridonare a questo angolo di artico la sua consueta atmosfera.
 Mi sono chiesto varie volte in questi giorni quanta sfiga serva, da turista, per programmare con mesi di anticipo un viaggio alle Isole Svalbard della durata di 7-10 giorni comprensivo di escursioni in motoslitta, sleddog, visite guidate e tutto il resto, spendere una barca di soldi, e beccarsi condizioni meteo come quelle che ci son state nelle ultime due settimane....credo tanta !!

Neve...acqua, tanta acqua...vento...fortissimo...neve ancora, e poi finalmente il gelo!

Ma qualcosa di buono la pioggia lo ha portato, sversando nel fiordo migliaia di metri cubi di acqua dolce a sovrapporsi a quella più densa e salata marina...e così sono bastati un giorno a -20 ed una notte a -25 per riformare il pack davanti a Longyearbyen

... prima una poltiglia densissima, poi zatteroni di ghiaccio dal vago contorno esagonale che, vicini tra loro, si rompono e si saldano l'un l'altro galleggiando sulla superficie marina.

Penso al mare di Trieste in una giornata di Bora....spumeggiante, fresco, allegro... a volte forse addirittura isterico, accompagnato dal rumore delle sartie che suonano freneticamente il loro disappunto sbattendo contro gli alberi delle barche in balia dell'aria... un'immagine molto distante da questo mare.

Il rumore del mare che rallenta, onda dopo onda, respiro dopo respiro... quasi soffocato da questa gelida coperta che pesa sempre di più... fino a farlo fermare.



vai a dormire infastidito dalla nebbia...ti risvegli con l'odore di resina dei pini nelle narici, la luce che ti fa socchiudere gli occhi ed i gabbiani a giocare con eolo

vai a dormire con l'orizzonte scuro abbracciato dal respiro freddo dell'artico... ti risvegli la mattina con il mare bloccato da tonnellate di ghiaccio ad impedirne i movimenti...e questa volta il vento non centra!!

... a volte basta solo una notte per cambiare il tuo orizzonte



sabato 19 marzo 2011

Ricordi...


Uno dei primi raggi di sole illumina la chiesetta di Longyearbyen, segno inequivocabile dell'inizio del periodo di luce
 
Longyearbyen, venerdì 18 marzo 2011 (ore 2 della notte)

Mi sembra di tornare indietro nel tempo, a quando ero bambino, molto bambino... lunghi pomeriggi d'inverno a lume di candela... la corrente elettrica a volte poteva anche non esserci, soprattutto se la Bora dava il meglio di sè, spazzando le boscaglie del carso che, allora, potevano dirsi ancora brulle...

... oggi questo non succede più nel mondo "normale", ma questo è un altro posto.

... Risveglio splendido questa mattina con 15 cm di neve fresca ad ammantare anche i tetti della capitale delle Svalbard...fiocchi grandi, lenti...quelli di Babbo Natale insomma... 5 gradi in più rispetto alla media climatica negli ultimi 30 giorni, forse sarà per questo che nevica così tanto nelle "aride" tundre delle Svalbard?

Di colpo il vento, la temperatura che sale di 1, 2, 4 gradi...ed ancora, fino a segnare +3°C...pioggia incessante, violenta, snervante a rovinare la magia di questo luogo ed a trasformare Longyearbyen in un acquitrino quasi inguadabile...tutto il giorno così, senza sosta.

Ad aggravare il tutto il permafrost che qui è continuo...praticamente ovunque!! Uno strato di terreno perennemente gelato spesso decine di metri che crea una sorta di tappo impenetrabile all'acqua...unica via di scorrimento la superficie, il terreno non ne assorbe nemmeno ua goccia.
Non ho un pluviometro qui, ma sono quasi 30 anni che rilevo la pioggia giornalmente ed a naso direi che dopo i 15 cm di neve della notte saranno caduti almeno altri 20-25 mm di acqua...tutta la precipitazione che normalmente cade in un mese, ed anche di più, concentrata in meno di 24 ore, senza possibilità alcuna di assorbimento da parte del terreno...

...4 ore fa l'ennesimo mutamento, il minimo depressionario sfila lentamente a nord-est e le Svalbard entrano nel ramo più freddo del ciclone...i fiocchi via via si sostituiscono alla pioggia mentre il respiro artico sta per riprendere il sopravvento...

Il vento sale ancora di intensità, e non ti sembra possibile. Le finestre sono ormai completamente ricoperte da "cemento bianco" che si incolla a tutte le superfici, mentre fuori si vede a pochi metri, forse 3-4, non di più, ed il vento grida tutto il suo impeto.

-10°C, credi si sia gelato tutto... ed invece no, un fiume di acqua scorre sotto al manto nevoso a fare da trappola ad ogni tuo passo falso... ancora oggi, mentre scrivo, un rigagnolo d'acqua scorre lungo la strada asfaltata ormai quasi completamente bloccata dal ghiaccio, mentre un paio di benne, anzichè portar via la neve, la spargono sulle strade spianandola con la pala meccanica... meglio un pneumatico chiodato sulla neve piuttosto che sul ghiaccio vivo !

La tormenta più forte che io abbia mai visto...

... Un lampo... un attimo di blu accecante...non fai a tempo a chiederti cosa sia accaduto, che la luce non c'è più... e non è solo la nostra barrack; guardi fuori e luce non se ne vede...sapremo poi che il black out interessa tutta Longyearbyen, aeroporto compreso... il vento avrà strappato qualche cavo dell'alta tensione ricoperto ormai da uno spesso strato di ghiaccio e neve impastata e pesante... sapremo il giorno dopo poi che alla stazione del Gruvefjellet il vento è arrivato a 32 m/s (115 km/h), 36 m/s invece alla stazione di Breinosa, (129 km/h) qui nella vallata probabilmente anche di più...ma non sapremo mai quanto con asattezza.

Tutti escono dai propri nascondigli riproponendo l'ancestrale rituale di riunirsi attorno al calore di una luce per poter intuire la sagoma di chi è con te nello stesso luogo... un po' di quella sicurezza che questo buio forzato, al quale non sei più avvezzo, ti ha temporanemante portato via...

... la luce torna, poi se ne va di nuovo, e la sensazione è che sarà per un bel po' !!
...così è... ci aspettano 15 ore di black out, la tormenta è troppo forte questa notte e ti fa capire che per ora è lei a comandare, si può solo aspettare che si plachi...

...senza luce, senza riscaldamento, senz'acqua... alla luce della mia frontale sto scrivendo questi passaggi su questo foglio che, forse, riporterò poi sul mio laptop... un'altra serata in grado di trasmettere quelle emozioni che, stando a casa, non si è più in grado di tirar fuori... la più forte di tutte è legata ai miei ricordi...

...senza luce, senza riscaldamento, la Bora che sibila oltre gli spessi muri della casa riscaldata dal caminetto scoppiettante...mia madre ed io, ad aspettare il ritorno di papà, per sentirsi di nuovo al sicuro, più di prima...

lunedì 14 marzo 2011

è tornato il mare...

Quarantott'ore di tormenta...abbiamo sentito la "barrack 3" adattare più volte le sue forme sotto la spinta del vento da Est - Est Nord Est (quasi Bora si potrebbe dire.... eh eh)
Alla fine cumuli di neve alti uno, due, tre metri... ma guardi poco distante e la neve che c'era è scomparsa, ridando alle montagne che circondano Longyearbyen sprazzi di colore scuro...il vento si è portato via tutto, ha tolto ai pendii esposti della vallata il suo vestito invernale, riportando alla luce il brullo substrato roccioso delle Spitzbergen che, solo per poche settimane, si coprirà di fiori artici tra il mese di giugno e agosto...per questo c'è ancora tempo !!



...ma ancora una volta un dettaglio ci era sfuggito !!
 
Percorriamo i consueti tre chilometri che separano Nybyen dalla UNIS, praticamente incamminandoci dritti a Nord...lo sguardo, come di consueto, vaga a 360 gradi per tornare a cogliere l'immensità di questi luoghi dai contorni finalmente di nuovo nitidi, dopo oltre 10 giorni di maltempo...ma qualcosa è cambiato !! Gli occhi si soffermano su quella estesa macchia scura all'orizzonte che fino a ieri non c'era...

...la noti perchè immerso nella bianca luce artica quel plumbeo riflesso sembra quasi un miraggio...metti a fuoco, guardi meglio...e poi non hai più dubbi: quello è proprio il mare !!
La tempesta ha fratturato il pack in più punti spingendo alla deriva chilometri e chilometri quadrati di ghiaccio galleggiante, sparato fuori dall'Isfjorden e dentro l'Oceano come fosse il plume di un fiume in piena che sfocia in mare dopo un'alluvione...

...è tornato il mare !

...e non perchè faccia di colpo più caldo, anzi...il termometro precipita verso il basso a conferma che qui il periodo più freddo dell'anno è proprio questo, la prima metà di marzo!

...-20...-25...-30...ed anche qualcosa di meno !! stare fuori a lungo comincia ad essere impegnativo, ed i tragitti in motoslitta, pur se bardati come il migliore degli "omino Michelin" in circolazione, cominciano ad avere un sapore diverso.

Aria a -30 che dall'Adventalen, debolmente, fluisce verso il mare in quel moto di masse d'aria che trova proprio nella direzione Est-Ovest la soluzione topograficamente più semplice da percorrere...se ci fossero gli alberi, probabilmente, qui li vedremmo tutti protesi verso ovest...nostalgia degli "alberi a bandiera" del mio Carso, forse un po' sì.

Questa nuova situazione, ereditata all'improvviso dall'ultima tempesta che ha spazzato le Svalbard, ci regala un altro attimo di contemplazione, per restarsene brevi attimi a guardare con la bocca aperta quello che scorre davanti ai nostri occhi...


...una sorta di lake effect a scala ridotta con l'aria gelida che dall'Adventalen scorre debolmente sopra alla superficie marina ad alcuni gradi sopra lo zero... 30-35 °C di differenza in pochi centimetri...un flusso gelido che scalza l'aria più mite ed umida al di sopra della superficie marina, innescando una sorta di convezione a scala ridotta destinata ad aumentare man mano che ci si allontana dalla terra ferma...

...il tutto si materializza in una nebbiolina densissima che da Est ad Ovest prende spessore scorrendo a velocità costante sospinta dal gelido respiro dell'Adventalen...il brevissimo video qui sotto ve lo mostra a velocità normale, per sottolineare il fatto che non ho accelerato il filmato...in particolare il fenomeno è visibile nel primo e secondo spezzone, nel terzo è forse meno nitido a questa risoluzione...

giovedì 10 marzo 2011

due passi nella tormenta... tutto normale !!

Aggiornamento tecnico oggi, andiamo subito al sodo !!


Da circa una ventina di ore è in atto una violenta tormenta di neve, aumentata via via di intensità nel corso della giornata, fino a toccare il suo massimo a metà pomeriggio.
Vento fino a 31 m/s, la punta massima di questo inverno, con neve fittissima che riduce la visibilità praticamente a zero nei momenti di raffica.
Lo scaccianeve a tratti è alto decine di metri...i n pratica e' come essere immersi in una nube densissima composta da microfiocchi di neve, misti a fiocchi di dimensioni nostrane (1-2 cm), che corre mediamente a 80-90 km/h.
Il tutto è dovuto ad una profonda saccatura, che si è posizionata tra l'Islanda e le Svalbard ,con valori di pressione inferiori ai 960 hPa al nucleo e violenti venti nord-orientali, anche se non particolarmente freddi grazie all'asse del ciclone che confina le Svalbard nella sua zona più mite. Le prospettive per i prossimi giorni sembrano pero' avere in serbo per noi alcuni cambiamenti. L'asse dell'anticiclone presente sulla Groenlandia dovrebbe gradualmente shiftare verso ovest con la sua parte più meridionale aprendo così la strada a correnti nord-occidentali ...e il freddo vero, quassù, arriva proprio da quella parte...

Cambiato qualcosa?! No... la vita qui continua regolarmente, come se niente fosse...

"Enjoy the weather, 'cause it's the only weather we've got !!" (Joe Bastardi)

i "due passi" di me e Riccardo in questo bel pomeriggio a Longyearbyen




mercoledì 9 marzo 2011

Cose ovvie, finchè non vieni quassù

La notte ed il giorno…il giorno e la notte…cose normali, più che ovviamente quotidiane. Non ci si pensa quando si alternano “normalmente” scandendo il ritmo delle nostre mille cose da fare …qui non va così!

Erano 20 giorni che non vedevo il Sole, e non perché il meteo lo impedisse …poche ore di luce rosata al giorno, assolutamente splendida e surreale s’intende, e poi di nuovo il buio

Siamo partiti abbastanza presto sfruttando una breve finestra di bel tempo per raggiungere la fronte del Tunabreen,  calving glacier  che si getta nelle acque, ora ghiacciate, dello splendido Tempelfjord.

60 km da Longyearbyen, in motoslitta significa circa 1 ora e mezza…lungo il tragitto incontriamo di tutto... slitte trainate da cani, casette di legno sperdute tra le vallate delle Spitzbergen dove mai immagineresti di trovare traccia umana, morfologie glaciali viste solamente sui libri o su National Geographic Channel, renne che ti guardano quasi impassibili continuando a scavare il quasi sempre sottile manto nevoso alla ricerca di un po’ di piantine artiche gelate…chissà come ci correrebbero incontro se avessero mai assaggiato un po’ di quello che riempie i nostri thermos, unica cosa a temperatura positiva all’interno dei nostri zaini completamente ghiacciati.


Usciamo da una valletta secondaria per immetterci nella più vasta vallata dell’Eskordalen, mentre alla nostra destra si stagliano a perdita d’occhio cime dai contorni mai troppo forti… su tutti la cima del Tronljellet, una delle poche in zona a superare i 1000 m di quota….ma quello che rapisce tutti noi è quello che sta poco dietro e poco sopra a tutto…il Sole !

Mi volto un attimo e vedo il gruppo di venti motoslitte che prosegue a velocità costante, il tempo di fermarci non c’è, dobbiamo proseguire…ma non c’è nessuno che guardi nella direzione di marcia… tutti, per un lungo attimo, voltano lo sguardo a sud e si lasciano rapire dal calore di quel timido Sole che basso all’orizzonte mostra la sua sagoma, velato da una coltre di altostrati…

…non ci siamo fermati, non lo abbiamo fotografato…ma lo abbiamo impresso tutti indelebilmente nella nostra memoria








…arrivare alla fronte del Tunabreen è qualcosa che toglie il fiato, ancora una volta si ha l’impressione nemmeno di esserci in questo luogo, e la frenesia che rapisce le tue emozioni ne è la prova inconfutabile. Ghiaccio azzurro con inserzioni marroni…a volte trasparenti…icebergs bloccati dal pack spuntano come alberi dal terreno che hai sotto i piedi e che, ci pensi poi, non è altro che il mare…

Siamo lì, a toccare questo ghiaccio dal colore incredibile cercando di sfruttare al meglio il tempo che vi trascorreremo, mentre pochi si accorgono che il capo comitiva della logistica si è già posizionato con la motoslitta tra noi ed il mare aperto, in posizione di copertura…

…dettagli a cui non avevi pensato…bisogna ancora imparare, a ricordare sempre, quali sono le regole dello stare qui…

Il rientro a casa, ciò che ormai è per noi Longyearbyen, avviene in una sorta di esausta trance, immersi nel bianco irreale di queste terre, mentre la notte ingoia lentamente un altro giorno trascorso tra i ghiacci dell’Artico…

Il giorno e la notte…due cose così ovvie, finchè non vieni quassù

tramonto nel Templefjord... il primo dopo 20 giorni

giovedì 3 marzo 2011

Northern lights

...da noi meglio conosciute come "aurore polari"


Che dire...sono apparse così, all'improvviso !! E' scattato l'allarme nella Barrack 3, tutti a battere le porte e a gridare "Northern lights...northern lights"

...sembrava una caserma dei vigili del fuoco, tutti muniti di cavalletto e macchine fotografiche, imbottiti di vestiti come se dovessimo andare al polo nord....ah no vero, già quasi ci siamo, dimenticavo!
Ci fosse stata la pertica per scendere dal primo piano avremmo usato pure quella...tutti a fiondarsi fuori dopo serate e serate sempre trascorse con il cielo coperto mentre "L'aurora Forecast" del Kjell Nenrikesen Observatory - Svalbard ci faceva venir l'acquolina in bocca pronosticando possibili buoni avvistamenti...

...alla fine eccole, magia del nord, code di drago a contorcersi nel cielo veloci e luminose cambiando forma ed intensità con rapidità disarmante, ma mantenendo sempre la loro splendida tonalità verde acceso... o sei pronto con la macchina ben piantata sul cavalletto per aprire il diaframma e lasciarlo lì più che puoi, o se n'è già andata...

Sono uscito dalla barrack 3 e ho visto correre tutti verso la zona più buia raggiungibile senza fucile...troppo lontano, troppa fifa di perdere l'attimo...chissenefrega, resto qui fuori dalla porta, la luce di Nybyen darà un po' fastidio ma non voglio rischiare di perdermele...

...si rincorrono da est ad ovest, giocano tra le stelle e scherzano con le nuvole... pochi scatti che mi permettono comunque di godermi lo spettacolo a testa in su, tanto la Fuji fa tutto da sola o quasi, mentre dalle altre Barrack tutti a catapultarsi all'aperto...tempo di 6 foto, 5 minuti, forse 7...

...tornano le nuvole, mentre su Nybyen, periferia di Longyearbyen, ricomincia a nevicare