sabato 19 marzo 2011

Ricordi...


Uno dei primi raggi di sole illumina la chiesetta di Longyearbyen, segno inequivocabile dell'inizio del periodo di luce
 
Longyearbyen, venerdì 18 marzo 2011 (ore 2 della notte)

Mi sembra di tornare indietro nel tempo, a quando ero bambino, molto bambino... lunghi pomeriggi d'inverno a lume di candela... la corrente elettrica a volte poteva anche non esserci, soprattutto se la Bora dava il meglio di sè, spazzando le boscaglie del carso che, allora, potevano dirsi ancora brulle...

... oggi questo non succede più nel mondo "normale", ma questo è un altro posto.

... Risveglio splendido questa mattina con 15 cm di neve fresca ad ammantare anche i tetti della capitale delle Svalbard...fiocchi grandi, lenti...quelli di Babbo Natale insomma... 5 gradi in più rispetto alla media climatica negli ultimi 30 giorni, forse sarà per questo che nevica così tanto nelle "aride" tundre delle Svalbard?

Di colpo il vento, la temperatura che sale di 1, 2, 4 gradi...ed ancora, fino a segnare +3°C...pioggia incessante, violenta, snervante a rovinare la magia di questo luogo ed a trasformare Longyearbyen in un acquitrino quasi inguadabile...tutto il giorno così, senza sosta.

Ad aggravare il tutto il permafrost che qui è continuo...praticamente ovunque!! Uno strato di terreno perennemente gelato spesso decine di metri che crea una sorta di tappo impenetrabile all'acqua...unica via di scorrimento la superficie, il terreno non ne assorbe nemmeno ua goccia.
Non ho un pluviometro qui, ma sono quasi 30 anni che rilevo la pioggia giornalmente ed a naso direi che dopo i 15 cm di neve della notte saranno caduti almeno altri 20-25 mm di acqua...tutta la precipitazione che normalmente cade in un mese, ed anche di più, concentrata in meno di 24 ore, senza possibilità alcuna di assorbimento da parte del terreno...

...4 ore fa l'ennesimo mutamento, il minimo depressionario sfila lentamente a nord-est e le Svalbard entrano nel ramo più freddo del ciclone...i fiocchi via via si sostituiscono alla pioggia mentre il respiro artico sta per riprendere il sopravvento...

Il vento sale ancora di intensità, e non ti sembra possibile. Le finestre sono ormai completamente ricoperte da "cemento bianco" che si incolla a tutte le superfici, mentre fuori si vede a pochi metri, forse 3-4, non di più, ed il vento grida tutto il suo impeto.

-10°C, credi si sia gelato tutto... ed invece no, un fiume di acqua scorre sotto al manto nevoso a fare da trappola ad ogni tuo passo falso... ancora oggi, mentre scrivo, un rigagnolo d'acqua scorre lungo la strada asfaltata ormai quasi completamente bloccata dal ghiaccio, mentre un paio di benne, anzichè portar via la neve, la spargono sulle strade spianandola con la pala meccanica... meglio un pneumatico chiodato sulla neve piuttosto che sul ghiaccio vivo !

La tormenta più forte che io abbia mai visto...

... Un lampo... un attimo di blu accecante...non fai a tempo a chiederti cosa sia accaduto, che la luce non c'è più... e non è solo la nostra barrack; guardi fuori e luce non se ne vede...sapremo poi che il black out interessa tutta Longyearbyen, aeroporto compreso... il vento avrà strappato qualche cavo dell'alta tensione ricoperto ormai da uno spesso strato di ghiaccio e neve impastata e pesante... sapremo il giorno dopo poi che alla stazione del Gruvefjellet il vento è arrivato a 32 m/s (115 km/h), 36 m/s invece alla stazione di Breinosa, (129 km/h) qui nella vallata probabilmente anche di più...ma non sapremo mai quanto con asattezza.

Tutti escono dai propri nascondigli riproponendo l'ancestrale rituale di riunirsi attorno al calore di una luce per poter intuire la sagoma di chi è con te nello stesso luogo... un po' di quella sicurezza che questo buio forzato, al quale non sei più avvezzo, ti ha temporanemante portato via...

... la luce torna, poi se ne va di nuovo, e la sensazione è che sarà per un bel po' !!
...così è... ci aspettano 15 ore di black out, la tormenta è troppo forte questa notte e ti fa capire che per ora è lei a comandare, si può solo aspettare che si plachi...

...senza luce, senza riscaldamento, senz'acqua... alla luce della mia frontale sto scrivendo questi passaggi su questo foglio che, forse, riporterò poi sul mio laptop... un'altra serata in grado di trasmettere quelle emozioni che, stando a casa, non si è più in grado di tirar fuori... la più forte di tutte è legata ai miei ricordi...

...senza luce, senza riscaldamento, la Bora che sibila oltre gli spessi muri della casa riscaldata dal caminetto scoppiettante...mia madre ed io, ad aspettare il ritorno di papà, per sentirsi di nuovo al sicuro, più di prima...

2 commenti:

  1. Ciao Roberto, goditi ogni istante di queste emozioni, mamma mia quanta invidia, in senso buono ovviamente! A presto, Gianfranco Mazzilli!

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  2. E' sempre un piacere leggere le tue storie, descritte con quella sensibilità di chi è solo in un luogo ai confini del mondo, distante dal caos delle città, ma a stretto contatto con la natura primordiale.

    continua così

    ciao
    Paolo

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